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Inaugurazione sabato 6 maggio 2023 alle 17:30

Sala del Torrione, Castelnuovo Rangone (Mo), dal 6 al 14 maggio 2023

 

orari di apertura: sab. e dom. 9:30/12:30 - 15:00/18:30

ven 12 maggio 15:00/18:30

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Il disegno come indagine sociale

di Alessandro Mescoli

 

 

Precise imperfezioni è il titolo della mostra che Stefania “ Stella “ Gagliano ha pensato appositamente per le sale del Torrione medievale di Castelnuovo Rangone, attraverso la quale consolida il proprio interessere per la linea di ricerca che l’ha accompagnata  in questi anni.

 

Dal lavoro  di Stella ciò che risulta è  un’analisi a tutto tondo dei rapporti e delle relazioni che si generano tra gli esseri umani  e l’ambiente dove vivono, portando all’attenzione del visitatore le responsabilità dell’uomo in queste connessioni. Un uomo ed  una donna tenuti “sotto osservazione” e studiati dall’artista quali elementi antropologici, incapaci di assistere ai magmatici  mutamenti della società  senza farsi giudice, influenzando (e a volte corrompendo)  il divenire di un processo.

Questa personale , che ricorre ad un uso critico-indagatore del disegno e della pittura spingendosi fino all’installazione ed al suono, si divide in un due tempi , modellizzando il pensiero dell’artista attraverso un confronto tra la sfera naturale e quella umana.

Il primo tempo che accoglie il visitatore è di ampia valenza estrospettiva, ed attingendo  sia alla cinematografia  che ad un tempo mitologico non specificato, vede succedersi come componenti di una quinta teatrale diversi elementi afferenti al naturale: cielo, suolo, ambienti umidi, animali messaggeri di un cambiamento in divenire, e fiori. L’orchidea per la precisione.  Fiore stereotipale, umanizzato e passionale,  sintetizza tutte le qualità e debolezze dell’uomo mancanti da questa scena ambientale

( che Stefania trae con grande capacità segnica su tela ), la quale potrebbe appartenere  nella visione complessiva  all’interpretazione moderna di un ipotetico “ frame”  successivo ad una “cacciata biblica” .

La grandezza della natura si manifesta così senza la presenza umana, autonoma e perfetta nelle sue imperfezioni ed asimmetrie, noncurante della nostra presenza e dei nostri giudizi. Indifferente ad ogni pensiero laterale si discosta ad un modello unico attraverso la ripetizione differente di barilliana teoria. Sempre uguale,ma sempre diversa, come nei diorami pittorici di Martin Johnson Heade. 

L’analisi pittorica della Gagliano continua poi nel secondo tempo, il tempo dell’umano, dove i corpi rappresentati  sono spogliati di ogni barriera atta ad impedirne l’indagine e decontestualizzati da ogni coordinata ambientale. Qui l’artista modenese mette in atto una potente rappresentazione anatomica, convulsa nel nervosismo  delle pose anaplastiche e  della topografia figurale, sottolinea , senza tendere  ad un mero esercizio artistico, il “ precisamene imperfetto “ presente  in ogni nervo contratto, in ogni muscolo retratto, in ogni artefatto cutaneo. Con crudezza e realismo Stella rende  figure uniche ed identitarie di perfetta tensione,  apparentemente sofferenti, che fanno di ogni loro diversità e differenza un tratto distintivo ed individuale, dettato dal “ self “ , dal vissuto e dalle storie personali. Il derma come una mappa autobiografica di ferite e premi, residuali esiti di responsabilità civile e lotta.

Da qui la nascita di  un’antitesi con il sistema naturale, e lo svelamento duale dell’anima dell’esposizione. Impossibile per questa platea di figure sotterranee  emanciparsi completamente  dallo sguardo inopportuno, dall’atto perentorio sociale e ciarlante di chi saccente si sente capace di giudicare ,   qui metonimicamente identificato dal “clericato con scarpette rosse”, il cui titolo arbitrale sembra poggiare solamente sul fondamento di una cultura secolare e priva di revisione adattativa all’attuale contesto sociale.

Attraverso il particolare allestimento la mostra pone l’accento sul rischio rappresentato della violenza insita nel “sentenziare” , dalla ricerca di  una conformità incondizionata, e della paura della diversità. Paura che l’artista rappresenta , non senza coinvolgimento emotivo,  attingendo dal senso figurato “ battere i denti  dalla paura “;  tramite un’installazione fisica e sonora costituita da calchi in gesso di bocche e arcate dentarie, cui si sovrappone in ambiente il suono corrispondente. 

Come nei romanzi di Pier Vittorio Tondelli, la provincia si riconferma quale dotto  collettore delle ricerche e sperimentazioni artistiche, che nella mostra di Stefania “Stella” Gagliano raggiunge uno dei più alti piani artistici e di vettore sociale.

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